Con il Piano regionale di Tutela delle Acque (PTA 2006), approvato con la deliberazione del Consiglio regionale n. 1788/XII dell’8 febbraio 2006, sono stati definiti gli obiettivi di qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee regionali e gli interventi volti a garantire il loro raggiungimento o mantenimento, nonché le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico, sulla base dell’analisi delle caratteristiche del bacino idrografico stesso e dell’impatto esercitato dalle attività antropiche.
- nel caso di prelievi da corpo idrico superficiale, le modalità attraverso le quali autorizzare la derivazione e le misure di salvaguardia dell’ecosistema fluviale da adottare, stabilendo, inoltre, che tra i differenti utilizzi delle acque sia privilegiato quello a scopi idropotabili e successivamente quello irriguo;
- nel caso di interventi che riguardano i corsi d’acqua, le misure da adottare a salvaguardia degli ecosistemi fluviali.
Il PTA 2006 è stato elaborato nel rispetto di quanto previsto dal D.lgs. 152/1999. Successivamente è cambiata la normativa di riferimento.
Il 23 ottobre 2000 è stata emanata la Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro Acque – DQA), con lo scopo di istituire un quadro per l’azione comunitaria in materia di protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee. In Italia la DQA è stata recepita con il D.lgs. 152/2006 e, specificatamente per le acque sotterranee, con il D.lgs. 30/2009.
Il Decreto Legislativo 152/06 e ss.mm.ii., recependo la DQA, pone come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Gli strumenti di pianificazione individuati dalla normativa sono il Piano di gestione a livello di distretto idrografico (bacino Padano) e il Piano di tutela delle acque (a livello regionale).
Il processo di attuazione della DQA prevede dunque due livelli di pianificazione: a scala regionale (PTA) e a scala distrettuale (la nostra regione fa parte del distretto idrografico del fiume Po, quindi il nostro riferimento è il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po – PdGPo).
I due livelli di pianificazione devono essere entrambi finalizzati all’attuazione delle strategie generali e al raggiungimento degli obiettivi ambientali della DQA, nel rispetto delle scadenze prescritte a livello comunitario e con l’intento di garantire il più efficace coordinamento dei PTA e degli altri strumenti regionali di pianificazione e di programmazione nei diversi settori (agricoltura, difesa del suolo, energia, infrastrutture viarie, aree protette, ecc.) ai fini della tutela delle risorse idriche.
Il primo PdGPo è stato adottato nel 2010 e successivamente approvato con D.P.C.M. 8 febbraio 2013.
Oltre il riferimento normativo, è quindi cambiato anche il quadro di riferimento a livello distrettuale.
Il 22 dicembre 2012 è stato avviato il processo di riesame e aggiornamento del primo PdGPo che si è concluso il 22 dicembre 2015 con l’adozione del secondo Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po (PdGPo 2015). Il PdGPo 2015 è il processo guida del nuovo ciclo di programmazione degli interventi da attuarsi entro il 2021 e di revisione dei PTA regionali.
La metodologia utilizzata per la definizione del nuovo quadro conoscitivo, degli obiettivi ambientali, delle misure ecc. è stata condivisa ed adottata sia per il nuovo PdGPo che per ciascuno dei PTA in fase di aggiornamento, sulla base di un confronto costante tra le Regioni e la Provincia Autonoma di Trento e l’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo), con il coordinamento di quest’ultima. Il processo di revisione ed aggiornamento che porterà alla costruzione del PTA della Regione Autonoma Valle d’Aosta deve integrarsi necessariamente con quello del PdGPo 2015.
Foto: Lago Liconi – La Salle